Mi sono alzato tardi ed indeciso………………. invecchio
pigro mi vesto da moto senza aver deciso cosa fare, di sicuro prendo fuori Regina dalla stalla !!
-vado in ufficio ( il lavoro chiamerebbe !! ) e magari sull’ ora di pranzo faccio un salto dagli amici Peruzzi – Restauro Mukke
– Vado diretto dagli amici Peruzzi , poi se faccio in tempo passo un pò a lavoro
– portare Regina alla Raticosa ………. è tardi e la strada come sarà ?? 
salgo in moto, parto lento esco da Poggibonsi lato lavoro, il boxer borbotta al minimo, intanto si scalda lento, prima rotonda, umida e insidiosa, dai andiamo a lavorare !! magari però in collina c’è meno umidità, la strada magari migliora, perchè non fare qualche km con Regina prima di andare in ufficio ?
E’ veramente incredibile come il desiderio di qualcosa annulli la mente, è tardissimo per la Raticosa, Paolo starà già partendo, ha solo una cinquantina di km da fare, per me sono 120 solo in andata, magari sento ………………………..
uno squillo e subito risponde “aspetta che mi tolgo il casco ………………..” è in partenza, ma “io sono già partito ………...” spudorato ho fatto appena 15 km, ancora lui ” io vado, se non si sale per il ghiaccio ti avverto ……..”
Via la cassia scorre veloce, intanto il motore si scalda bene per aggirare Firenze sull’ autostrada che non giova ad una mukka fresca di riassemblaggio, ma si torna presto sulla statale, si scende a Barberino del Mugello, la solita fitta nebbia dell’ invaso di bilancino, ecco i pannelli luminosi – pericolo ghiaccio !! – ma vaffan@@@@, sono sicuro che ritrovo il solo appena salgo qualche km,

è così, ecco bellissime curve asciutte da pennellare gioiosamente, calma non facciamoci prendere la mano, si sale di quota verso la Futa, adesso la neve inizia a bordare la strada sempre più bagnata, ma se l’ acqua scorre le fedeli Tourance sono a loro agio, le nuvole mi avvolgono in prossimità del passo, la temperatura è molto scesa, ma questa mukka fortunatamente non misura i gradi centigradi, però spinge generosa con ognuna delle sue 5 marce.
Boscaioli attraversano la strada con i loro trattori tutti impantanati, mi lasciano passare, mi guardano compassionevoli, immagino i loro pensieri, ma loro non sentono il mio cuore emozionato come quando da ragazzo e per niente attezzato mi impantavo a tre volte di loro con il mio Betino 50 in mezzo a fango e neve.
Il telefono vibra nella tasca della giacca, sicuramente Paolo attende sul piazzale dello Chalet, non rispondo oramai mancano una decina di km, ma attenzione – cappello in testa !! sembra proprio che qua non sia passato nè sole, nè sale, ecco neve e ghiaccio nella carreggiata, chiazze senza regola, attenzione massima, 5 minuti non cambiano la vita, supero Pietramala, ultime curve in salita, l ‘asfalto ritorna solo bagnato, Regina spinge morbida, eccoci al valico, il piazzale e Preferita ( la Basic di Paolo2145 ) li in mezzo in attesa di Regina, anche Paolo è fuori nonostante l’ aria pungente, ne ero sicuro, affianco Regina vicino alla Basic e saluto Paolo che avrà atteso almeno un oretta.

Approfittiamo di un’ altro giessista impavido per la foto assieme ai nostri mezzi e poi dentro a scaldarci con la mitica cioccolata calda del rifugio, siamo propio due bambini con le dita nella marmellata, io ho un pò di rimorsi per esporre il mio nuovo mezzo a certi rigori invernali, ma d’ altronde non sono il tipo da poterla coccolare solo in salotto e Paolo mi rincuora forte delle sue infinite esperienze invernali e nordiche.
Siamo prossimi a mezzogiorno, avverto Alp-ina di non aspettarmi per pranzo, il duro lavoro si è un pò prolungato !! con lei avevo escluso di venire quassù, ma capisce bene queste mie necessità e ride divertita del cambiamento di programma, con Paolo ci salutiamo ed ognuno riprendiamo la propria discesa dal valico.
Nel frattempo il cielo si è coperto, peccato, il sole dell’ andata offriva scorci fotografici accattivanti, adesso riduco le soste per pochi scatti ed al passo della Futa sostituisco uno spuntino di pranzo con un caffè ed un pezzo di crostata casalinga – meglio ripartire subito, inizia anche una pioggerella ghiacciata che mi accompagna sino a Barberino, fortunatamente a valle ritrovo di nuovo sole.



A Firenze riprendo la cassia e colgo l’ occasione del ritrovato bel tempo per una visita al Florence American Military Cemetery, lo vedo sempre dalla 4 corsie FI – SI ma in fondo non sono mai entrato pur avendolo così vicino a casa, ci sono 4.402 lapidi, caduti della II guerra, prevalentemente della V armata che liberò Roma e che poi combattè ferocemente in appennino, l’ atmosfera di questi luoghi è sempre toccante, non ho l’ emozione di quando siamo stati a S.Laurent in Normandia, ma in fondo le vittime hanno avuto il medesimo destino e mritano il medesimo raccoglimento.
A questo punto rientrare a casa è una volata, ma non prima di aver dato una bella lavata a Regina con acqua fredda ed in quantità per togliere eventuali residui di sale .
Ogni tanto una zingarata ( termine del mio amico Bronzino49) fa bene al cuore